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E’ stato ampiamente dimostrato che il vino, sia nuovo sia invecchiato, non contiene ossigeno disciolto dal momento che questo si combina molto rapidamente. La capacità di consumare ossigeno varia enormemente da vino a vino, in funzione della concentrazione di alcuni composti che ne influenzano il potenziale redox e in particolare il ferro (Fe II) e il rame (Cu I), l’anidride solforosa e l’acido ascorbico, l’etanolo, gli acidi organici (lattico ed in misura minore tartarico e malico), l’etanale e la combinazione di quest’ultimo con i composti fenolici (antociani monoglucosidici, catechine e procianidine) nonché i polimeri proteici (ovoalbumine). |
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Il concetto base è rifornire il vino di ossigeno comunque e in ogni momento inferiore a quello consumato dal vino. Avere una botte, o barrique, che abbia “lavorato” per molto tempo significa continuare ad utilizzare un contenitore in legno le cui fibre (i primi millimetri) si sono progressivamente intasate dai vari depositi (bi-tatrati ecc.) fino ad arrivare ad un quasi completo impedimento di acquisizione di ossigeno con l’esterno tramite l’osmosi. Con rigenerazione si intende l’asportazione della superficie di legno, all’interno della botte, ormai esausta e occlusa fino ad arrivare al legno nuovo, ripristinando con l’esterno un regolare, naturale e necessario scambio di ossigeno. |
A - METODO 1
1) Riempire il fusto con 20 L di acqua calda (60-80°C) e mettere il cocchiume.
2) Lasciar riposare il fusto per 2H00 su un fondo.
3) Capovolgere il fusto e lasciarlo riposare per 2h00 sull’altro fondo.
4) Svuotare il fusto, poi risciacquarlo con acqua pulita, lasciar asciugare.
B - METODO 2
1) Riempire il fusto con 20 L di acqua fredda e mettere il cocchiume.
2) Lasciar riposare il fusto per 12h00 su un fondo.
3) Capovolgere il fusto e lasciarlo riposare per 12h00 sull’altro fondo.
4) Svuotare il fusto, poi risciacquarlo con acqua pulita, lasciar asciugare.